In questi giorni su NoiPa, il portale della pubblica amministrazione, è possibile visualizzare le cifre nette che i lavoratori della scuola percepiranno a titolo di stipendio per il mese di febbraio. E, come succede quasi di consueto, non sono pochi i lavoratori, non solo quelli pagati da Noipa, che stanno ricevendo l’amara sorpresa di vedersi decurtato, anche in maniera significativa, lo stipendio del mese di febbraio, per effetto del conguaglio fiscale relativo ai redditi percepiti nel 2023.
Pagare le tasse è giustissimo, anzi dovrebbero farlo tutti e non solo quelle categorie (lavoratori dipendenti e pensionati) che lo fanno puntualmente ogni mese, e la Cgil sulla riforma fiscale ha le idee molto chiare ispirate a principi di equità e progressività. Ciò che noi contestiamo invece è il susseguirsi, anno dopo anno, di questi casi limite che mettono a rischio la possibilità per lo stesso lavoratore di far fronte alle esigenze primarie per sé stesso e per la sua famiglia.
È ora di porre fine a questa modalità errata con cui si fa calare la scure fiscale sullo stipendio di febbraio e di mettere mano a un intervento di carattere amministrativo che preveda la possibilità di rateizzare il debito fiscale, soprattutto in questi casi limite in cui le trattenute superano una certa soglia. Il principio della rateizzazione non è nuovo nel nostro ordinamento giuridico, tanto che a partire dal 2024 i conguagli fiscali derivanti da dichiarazione (sia modello 730 che Redditi Persone Fisiche) sono pagabili in 7 rate, qualora il sostituto d’imposta non faccia il conguaglio a fine anno. Per un principio di equità e giustizia chiediamo che questa modalità venga applicata anche ai conguagli fiscali dei lavoratori e delle lavoratrici della conoscenza.
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